        In principio ci fu la F1, straordinaria supercar lanciata nel 1993 che con i suoi 386,4 km/h si afferm&ograve; come l&rsquo;auto stradale pi&ugrave; veloce del mondo, mantenendo tale primato per molti anni. Nel 2013, la Casa inglese torn&ograve; a realizzare una supersportiva ad altissime prestazioni dando vita alla P1, che inaugur&ograve; l&rsquo;epoca delle supercar ibride insieme alle rivali Porsche 918 Spyder e Ferrari LaFerrari. Infine, nel 2024, &egrave; stato il turno del terzo capitolo di questa lunga saga, con il lancio della nuova W1. Anch&rsquo;essa ibrida, iper tecnologica e velocissima, frutto dell&rsquo;esperienza di McLaren nel campo delle vetture stradale e in quelle da competizione, dall&rsquo;Endurance alla Formula 1 passando per la Formula E.  McLaren W1, potenza record ibrida La scheda tecnica della McLaren W1 fa capire quanto il Costruttore britannico abbia alzato l&rsquo;asticella a livello tecnico e prestazionale delle sue vetture. Sotto la sinuosa carrozzeria dell&rsquo;auto infatti trova spazio l&rsquo;unit&agrave; MHP-8, un V8 a 90&deg; da 4,0 litri e con due turbo. L&rsquo;unit&agrave; endotermica da sola eroga ben 928 cavalli, vale a dire pi&ugrave; dell&rsquo;intero powertrain ibrido della vecchia &ndash; e pur potentissima &ndash; McLaren P1. Si tratta, inoltre, della maggior potenza specifica mai erogata da un motore McLaren, con ben 233 cavalli/litro. Il propulsore a benzina della W1, che raggiunge i 9.200 giri, lavora in simbiosi con un&rsquo;unit&agrave; elettrica alloggiata nel cambio a doppia frizione a 8 rapporti. Questo motore riesce ad assicurare ulteriori 347 cavalli e 440 Nm, che portano la potenza di sistema a quota 1.275 cv e 1.340 Nm. Per avere un termine di paragone, basti dire che la P1 aveva &ldquo;soli&rdquo; 918 cv, e la F1 si fermava a 627, valore comunque elevatissimo per l'epoca. Stupisce che, a differenza di altre supercar ibride come la Ferrari F80 che scarica i suoi 1.200 cv sulle quattro ruote, la McLaren W1 indirizzi l&rsquo;intera potenza a sua disposizione esclusivamente sull&rsquo;asse posteriore. Una scelta che rende inevitabilmente pi&ugrave; complessa la gestione della vettura, ma che consente di tenere sotto controllo il peso della vettura, che &egrave; di appena 1.399 kg a secco con rapporto potenza/peso estremamente vantaggioso di 911 cv per tonnellata. A questo punto &egrave; quasi superfluo dire che le prestazioni sono elevatissime, da prima della sua esclusiva classe: da zero a cento la W1 impiega 2,7 secondi, che diventano 5,8 per lo 0-200 e meno di 12,7 per lo 0-300. La velocit&agrave; massima invece si attesta a quota 350 orari, un valore inevitabilmente inferiore a quello dell&rsquo;iconica F1 per scelte di progettazione che hanno privilegiato altri aspetti della vettura, non ultimo quello della versatilit&agrave; di guida. McLaren, supercar in edizione limitata per il 9&deg; titolo Costruttori in F1 Ibrido leggerissimo e super efficiente Uno dei principi alla base della progettazione della W1, non a caso, &egrave; stato quello di garantire le prestazioni ovunque e in qualunque momento, rendendo l&rsquo;auto adatta tanto agli spostamenti quotidiani quanto all&rsquo;uso estremo in pista. Al punto che c&rsquo;&egrave; anche la possibilit&agrave; di percorrere brevissimi tratti (meno di 2 km) in modalit&agrave; totalmente elettrica, utile ad esempio per effettuare manovre e piccoli spostamenti senza accendere il V8 biturbo. La McLaren W1 &egrave; utilizzabile in quattro principali modalit&agrave;, che sottolineano la volont&agrave; del brand di Woking di rendere il modello adatto a ogni esigenza. La prima, E-mode, permette di muovere la vettura sfruttando unicamente l&rsquo;unit&agrave; elettrica senza fare ricorso al V8; la seconda, denominata Comfort Mode, mette sul piatto i 928 cavalli del motore a benzina sfruttando la parte elettrica per avere una risposta istantanea dell&rsquo;acceleratore; la terza, la Sport Mode, mette invece sempre a disposizione i 347 cavalli extra dell&rsquo;unit&agrave; elettrica e garantisce cambiate pi&ugrave; rapide. &Egrave; infine presente la Race Mode, a sua volta divisa in due sotto-modalit&agrave;: Sprint, che sfrutta tutta la potenza della batteria nel corso di un giro, e GP, che invece offre una performance elevata per un tempo pi&ugrave; ampio, come pu&ograve; essere una sessione in un trackday. La &ldquo;stella polare&rdquo; nello sviluppo del sistema ibrido, del resto, non &egrave; stata l&rsquo;efficienza bens&igrave; l&rsquo;incremento delle performance. Obiettivo che &egrave; stato raggiunto anche attraverso l&rsquo;attenzione maniacale alla riduzione del peso, al punto che il powertrain elettrico della W1 segna sulla bilancia ben 40 kg in meno rispetto alla precedente P1, oltre ad essere significativamente pi&ugrave; potente. Merito della compattezza del motore elettrico e delle batterie estremamente leggere con capacit&agrave; complessiva 1,384 kWh. Gli accumulatori, di una originale forma cilindrica con elevatissima densit&agrave; energetica, sono frutto dell&rsquo;esperienza maturata dalla Casa inglese nel motorsport. Per quanto riguarda il motore elettrico, il suo peso &egrave; di 20 kg, vale a dire il 50% in meno rispetto a quello della Speedtail, ed eroga una potenza specifica di 23 cv/kg, un valore paragonabile a quello delle monoposto di Formula 1. V8 peso piuma Anche il V8 biturbo da 4 litri, contraddistinto dalla sigla MHP-8, &egrave; stato oggetto di un eccezionale lavoro di affinamento. Non solo per aumentarne la potenza, come detto in precedenza, ma anche per ridurne il peso ed accrescerne l&rsquo;efficienza. L&rsquo;MHP-8 ha preso il posto della precedente unit&agrave; M840T, introdotta nel 2017 sulla McLaren 720 S e utilizzata, nelle sue evoluzioni, su 765 LT, 750S, Senna, Elva, Speedtail, GT e GTS, con potenze fino a 833 cavalli. Il nuovo otto cilindri ha visto crescere sensibilmente sia la potenza che la coppia, con una cilindrata rimasta sostanzialmente invariata a 4 litri (3.994 cm3 sulla vecchia specifica che sono diventati 3.988 sull&rsquo;MHP-8) con una riduzione dell&rsquo;alesaggio un aumento della corsa. L&rsquo;aumento della potenza a parit&agrave; di cilindrata &egrave; stato reso possibile da una serie di interventi tra cui l&rsquo;adozione di un nuovo sistema a iniezione a doppio stadio (quella diretta a ben 350 bar) e di due turbocompressori pi&ugrave; grandi e semplificati senza la geometria variabile per contenere il peso. Nuovo anche il sistema di raffreddamento realizzato sfruttando le tecnologie di stampa 3D. In termini numerici, i numerosi interventi al V8 hanno permesso di ottenere, con una cubatura sostanzialmente identica, un incremento del 15% della performance e dell&rsquo;8% del regime massimo di rotazione del motore, ottenendo nel contempo un risparmio di 10 kg sulla bilancia. Novitec McLaren 750S, fino a 840 cv e aerodinamica al top       

Sulla nuova supercar inglese fa il suo debutto il nuovo motore MHP-8 abbinato a un'efficientissima unit&agrave; elettrica per 1.275 cv totali: ecco i suoi segreti

McLaren W1, la supercar con il V8 dei record

L&rsquo;industria dell&rsquo;auto europea &egrave; in attesa. Aspetta il 2 aprile, giorno in cui il presidente Trump ha annunciato il &ldquo;Liberation Day&rdquo;, modo pomposo per indicare l&rsquo;applicazione di dazi verso Paesi che a loro volta li applicano sui prodotti statunitensi.&nbsp;  Tuttavia, tra i provvedimenti concreti che potrebbero essere annunciati, non sarebbe prevista - secondo le ultime ricostruzioni di stampa diffuse dal Wall Street Journal e l&rsquo;agenzia Bloomberg - l&rsquo;indicazione e quantificazione di dazi a specifici settori industriali, tra cui il settore auto.  Industria dell&#39;auto esclusa dai dazi o solo questione di tempi?  Un provvedimento destinato a slittare, lasciando spazio all&rsquo;annuncio di dazi nei confronti di singoli Stati o blocchi (come l&rsquo;Unione europea), verso i quali gli USA ritengono di subire una bilancia commerciale negativa (l&rsquo;equilibrio tra il volume delle attivit&agrave; di export di beni e servizi e quello relativo all&rsquo;import).  Dazi USA sulle Ferrari, Vigna: seguiamo con attenzione, rispetteremo i clienti  Le contromisure dell&#39;Europa sospese fino al 13 aprile  Successivamente all&rsquo;entrata in vigore dei dazi del 25% sulla produzione di acciaio e alluminio importati negli USA, le misure dell&rsquo;Europa nei confronti degli Stati Uniti hanno visto l&rsquo;annuncio di misure reciproche per un impatto da 26 miliardi di euro sull&rsquo;economia americana, provvedimento a tutela dell&rsquo;economia del Vecchio Continente e contromisure sospese fino al 13 aprile. Un modo per lasciare spazio e margini di trattativa sulle contropartite economiche con gli USA.  Ancora secondo le fonti sentite dal Wall Street Journal e da Bloomberg, l&rsquo;intenzione di rinviare l&rsquo;annuncio di specifici dazi su settori industriali, come quello dell&rsquo;auto, &egrave; un&rsquo;intenzione del momento e potrebbe subire un ripensamento verso la data del 2 aprile.  Il Liberation Day si concentrerebbe, intanto, su alcuni specifici Paesi con i quali lo squilibrio tra importazioni ed esportazioni di merci &egrave; maggiore. Secondo il Segretario al Tesori Scott Bessent e il consulente economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, si tratterebbe di un elenco di 10-15 Paesi, tra cui l&rsquo;Unione Europea.  USA-UE, quanto valgono gli scambi commerciali  Nel 2023, sulla base degli accordi bilaterali su commercio e servizi, gli scambi tra Stati Uniti e Unione Europea hanno registrato un equilibrio di 48 miliardi di euro favorevole all&rsquo;area UE: 157 miliardi di euro di surplus commerciale sui beni (851 miliardi di euro il volume totale nel 2023), 109 miliardi di euro di deficit sugli scambi relativi a servizi (volume d&rsquo;affari di 746 miliardi di euro nel 2023). 

Le ultime indiscrezioni dicono della possibilit&agrave; di un annuncio limitato a individuare i Paesi con il maggior squilibrio tra import ed export con gli USA. Le misure settoriali non verrebbero annunciate il 2 aprile

Dazi USA, ci sar&agrave; un rinvio sull&#39;industria dell&#39;auto europea?

        Idee da tutelare. L&rsquo;ultima arriva da Ferrari, che ha depositato una richiesta di brevetto europeo nel settembre del 2024, emersa pubblicamente nel registro europeo a inizio marzo 2025.&nbsp; La particolarissima caratteristica dell&rsquo;idea partorita dall&rsquo;ingegnere Michele Di Sacco, progettista senior in Ferrari, &egrave; nella conformazione dei pistoni.  Motore V12, perch&eacute; i pistoni ovali? Cosa accadrebbe se un motore V12 avesse i pistoni ovali e non pi&ugrave; cilindrici? Quali benefici produrrebbe? Nella documentazione depositata presso l&rsquo;ufficio europeo brevetti, numero 24197835.2, &egrave; indicato il &ldquo;limite&rdquo; progettuale dei pistoni cilindrici. Ovvero, il loro ingombro longitudinale relativamente elevato. Una caratteristica che impatta sui frazionamenti come il V12, composto da due bancate da sei cilindri ognuna e in presenza di cilindrate elevate. Per dare un riferimento molto concreto, basti pensare che un cilindro del motore V12 6.5 litri installato sulla Ferrari 12Cilindri ha un alesaggio di 94 millimetri. Alesaggio che grossomodo e corrispondente al diametro del pistone, con differenze nell'ordine dei decimi di millimetro.&nbsp; La disposizione ottimizzata per ridurre gli ingombri L&rsquo;idea brevettata dalla Ferrari prevede la realizzazione di pistoni di forma ovale, orientati con il lato corto disposto in senso longitudinale. Un particolare grazie al quale sarebbe possibile accorciare la lunghezza complessiva del motore e un aspetto che beneficia di un&rsquo;altra caratteristica brevettata. Ciascun pistone &egrave; collegato alla relativa biella, tuttavia, solo un fusto di una biella &egrave; installato sull&rsquo;albero motore. La biella gemella, della bancata opposta, prevede il fusto imperniato su una derivazione della biella collegata all&rsquo;albero motore. In uno schema ordinario, le bielle sono disposte con un&rsquo;installazione appaiata sull&rsquo;albero.  Motore pi&ugrave; corto e spazio per l'ibrido Quali benefici pu&ograve; produrre una compattezza del motore V12 ottenuta mediante pistoni ovali? Ad esempio, in un&rsquo;ottica di ibridizzazione, libererebbe spazio per l&rsquo;installazione di un motogeneratore elettrico del tipo a flusso assiale. La formula del V12 ibrido consentirebbe di salvaguardare il sound tipico del motore 12 cilindri e abbinarlo ai vantaggi dell&rsquo;elettrificazione, sia in termini di incremento delle prestazioni che di miglioramento delle emissioni. Il deposito del brevetto da parte della Ferrari, operazione frequente per tutelare la propriet&agrave; intellettuale su determinate soluzioni tecniche, non vuol dire automaticamente che sar&agrave; un&rsquo;idea ulteriormente approfondita o sviluppata per la produzione in serie. Potrebbe avvenire, come non. Un aspetto ulteriore legato alla modifica della forma del pistone che potrebbe essere chiamato in causa &egrave; relativo al processo di combustione e la diffusione omogenea dell&rsquo;accensione nell&rsquo;intera camera. Area tecnica sulla quale proprio la Ferrari, negli anni scorsi, ha depositato un brevetto su una particolare tipologia di precamera di combustione.       

Quali vantaggi avrebbe un motore V12 con pistoni ovali anzich&eacute; cilindrici? Sar&agrave; un'innovazione (gi&agrave; sperimentata in ambito motociclistico da Honda) che vedremo in futuro?

Ferrari ha ristretto il V12, l'idea del motore con pistoni ovali

        La Ferrari Purosangue non &egrave; certo la prima auto che viene in mente quando si parla di avventure in off-road, eppure c&rsquo;&egrave; chi ha pensato a un modo di trasformare il Suv del Cavallino Rampante in un fuoristrada duro e puro per cavarsela anche nelle situazione pi&ugrave; difficili. Il tuner tedesco Delta4x4, specializzato nella realizzazione di kit specifici per l&rsquo;off-road, ha realizzato uno studio per immaginare una versione votata al fuoristrada della Ferrari Purosangue, rialzata da terra e dotata di tutte quelle dotazioni che sono necessarie per affrontare terreni insidiosi.  Ferrari senza compromessi La modifica pi&ugrave; importante tra quelle immaginate da Delta4x4 &egrave; quella relativa all&rsquo;aumento dell&rsquo;altezza da terra, necessaria per rendere la Purosangue pi&ugrave; agile su terreni impervi ma anche per ospitare pneumatici di dimensioni maggiori con battistrada all-terrain e cerchi beadlock anti-stallonamento. I parafanghi sono allargati, mentre all&rsquo;anteriore sono presenti dei fari supplementari per garantire una visibilit&agrave; ottimale anche in contesti particolarmente selvaggi. Non mancano poi tutta una serie di equipaggiamenti tipici dei fuoristrada pi&ugrave; estremi e che &egrave; difficile immaginare su una Rossa: come la grande ruota di scorta posizionata sul lunotto, e perfino una pala fissata al portellone posteriore qualora sia necessario scavare nella sabbia o nella terra per liberare la vettura. Infine, sul tetto sono presenti delle barre portatutto ad alta resistenza, che possono ospitare sia attrezzature e taniche di benzina, sia una tenda dotata di scaletta, per potersi accampare in qualsiasi luogo. Delta4x4 non ha rilasciato alcuna informazione circa eventuali modifiche tecniche alla vettura, che nella versione di serie &egrave; dotata di un V12 da 725 cavalli e 716 Nm, n&eacute; sull&rsquo;eventuale commercializzazione di questo kit. Se sar&agrave; effettivamente realizzato o meno, dipender&agrave; dall&rsquo;interesse che esprimeranno i proprietari di Ferrari Purosangue nel trasformare il loro Suv da 312 km/h in un fuoristrada pronto a tutto. Ferrari 12Cilindri Spider, guarda qui la prova       

Il preparatore tedesco Delta4x4 ha reinterpretato a modo suo il Suv italiano da 725 cavalli con assetto rialzato, gomme tassellate e una tenda sul tetto

Ferrari Purosangue, un tuner la trasforma in una belva da off-road

Il tuner tedesco Delta4x4 ha immaginato una versione per il fuoristrada duro e puro del Suv V12 italiano: ha assetto rialzato, fari supplementari e una tenda da montare sul tetto

Ferrari Purosangue off-road by Delta4x4

Il sole caldo di Roma, i primi alberi in fiore per l&rsquo;inizio della Primavera, i colori delle strade piene di turisti che festeggiano il weekend del 25 aprile proprio nella Citt&agrave; Eterna. Immaginate di alzare poi lo sguardo e vedere 50 automobili rigorosamente italiane sfilare dal Pincio a piazza Bucarest, fino a Casina Valadier. Non vetture qualunque, ma modelli che hanno fatto la storia: Alfa Romeo, Ferrari, Lamborghini, Maserati e Bugatti. Tutto questo &egrave; Antara Concorso Roma, un esclusivo concorso di automobili da collezione, che dal 24 al 27 aprile, celebrer&agrave; il lusso, il design e il Made in Italy. L&rsquo;evento &egrave; stato presentato nella storica cornice dell&rsquo;Anantara Palazzo Naiadi Rome Hotel, che sorge sulle antiche Terme di Diocleziano. A raccontarlo sono stati l&rsquo;Assessore allo Sport, Turismo, Moda e Grandi Eventi Alessandro Onorato, il Concours director Jeremy Jack son-Sytner, il grande esperto automobilistico Adolfo Orsi Jr, la Vicepresidente Delegata delle ACLI di Roma Lidia Borz&igrave;, il General Manager Anantara Palazzo Naiadi Rome Hotel Francesco Mennella e il Senior Vice President Luxury Hotels Europe Giles Selves.    BELLEZZA E SOLIDARIET&Agrave;  Protagonista unica e assoluta &egrave; l&rsquo;automobile italiana in una selezione dei capolavori d&rsquo;epoca: da quelli pionieristici, ai decenni della supremazia nelle corse, all&rsquo;era della potenza, delle prestazioni e dello stile, fino alle prime supercar. Le vetture saranno raggruppate per classe e giudicate da un team internazionale di specialisti, con Orsi presidente, per autenticit&agrave; ed eleganza. La tre giorni celebrer&agrave; la bellezza in pieno stile La Dolce Vita. Senza per&ograve; dimenticare solidariet&agrave; e sostenibilit&agrave;. Lo scorso febbraio, Anantara Concorso Roma 2025 ha promosso una raccolta fondi per l&rsquo;acquisto di un furgone refrigerato per l&rsquo;ACLI di Roma per recuperare e distribuire le eccedenze alimentari durante i grandi eventi. &quot;L&rsquo;idea di organizzare un evento internazionale cos&igrave; &egrave; vincente e mostra un&rsquo;immagine positiva di Roma&quot;, ha detto Onorato.    I 50 GIOIELLI  La lista delle 50 automobili italiane che prenderanno parte all&rsquo;evento &egrave; in via di definizione, ma qualche nome illustre &egrave; gi&agrave; certo. Si potr&agrave; sentire il rombo di una Fiat del Mauto, una Lancia del Museo Nicolis, un&rsquo;Alfa 20/30 Hp, carrozzata Falco del 1920, una Ferrari 275 P del 1963, due volte vincitrice a Le Mans, qualche Ferrari con motore montato sul posteriore, alcuni modelli carrozzati Zagato, una B24 spider, due Ferrari California ( a passo corto e lungo), la Miura del film The Italian Job, la Ferrari 512 appartenuta a Gianni Agnelli, una pi&ugrave; recente Pagani Zonda e una Maserati MC12.   

Presentato nella storica cornice dell&rsquo;Anantara Palazzo Naiadi Rome Hotel, l&#39;evento che dal 24 al 27 aprile celebrer&agrave; il Made in Italy delle quattro ruote

Anantara Concorso Roma: la Dolce Vita della automobili

        I dazi annunciati sulle esportazioni di acciaio verso gli Stati Uniti sono entrati in vigore. Dall'Europa sono state annunciate contromisure difensive per riequilibrare la bilancia commerciale e la prossima data attesissima &egrave; fissata a inizio aprile. Sar&agrave; allora che, stando agli annunci del presidente Trump, gli USA inaspriranno i dazi sulle auto importate dall'Europa. Dazi che gi&agrave; oggi sono al 25% sulla tipologia di prodotto pi&ugrave; gettonata Oltreoceano: i pick-up.&nbsp; L'applicazione delle tariffe sui prodotti ha come diretta conseguenza l'innalzamento dei prezzi per i consumatori statunitensi e, sul fronte delle multinazionali operative negli USA, il dilemma tra assorbire parte dei costi extra (se finanziariamente sostenibile) o riversarli interamente sul prezzo finale. Domanda e ordini Ferrari indifferenti ai timori dei dazi La posizione vissuta dalla Ferrari &egrave; unica, poich&eacute; le auto prodotte a Maranello sono da considerare oggetti di lusso ed esclusivit&agrave; senza pari. Intervenendo al meeting di CNBC "Converge Live: Where Leadership Meets Innovation", l'amministratore delegato Benedetto Vigna ha commentato gli effetti attuali e potenziali che l'applicazione dei dazi sulle auto esportate negli Stati Uniti potrebbero avere su Ferrari. Vigna ha escluso un impatto attuale sulla domanda, tantomeno di cancellazione di ordini gi&agrave; realizzati: "Non vediamo alcun impatto in questa direzione. Se volete &egrave; sorprendente, ma non vediamo alcun impatto a causa di questa incertezza. D'altra parte, dobbiamo ancora vedere cosa succeder&agrave; davvero. Siamo attenti e stiamo osservando cosa succeder&agrave; nei prossimi mesi, nelle prossime settimane. Non lo so.&nbsp; Anche in relazione ai dazi siamo tutti sulla stessa barca. Non sappiamo cosa succeder&agrave; tra qualche mese o domani... Dipender&agrave; dalla soglia. Siamo pronti con alcune contromisure ma aspettiamo che venga pubblicato il numero ufficiale. Non lo sappiamo, saranno dazi al 10%, 25%, 50, non lo so. Vedremo. &Egrave; uno scenario che seguiamo con attenzione". Fase di attesa prima di conoscere le decisioni della Casa Bianca. Quanto inciderebbero sul prezzo dazi ulteriori al 10%? Un 10% in pi&ugrave; sul prezzo finale vorrebbe dire un extra che il cliente Ferrari potrebbe dover pagare, da non meno di 25 mila dollari per i modelli "entry level" come Ferrari Roma (listino da 247.000 dollari), passando per i 43 mila dollari su una Purosangue da 428.000 dollari, fino ad arrivare ai 90 mila dollari sui 900 mila di richiesta su una SF90 XX Stradale. Storia a s&eacute; sulle milionarie Ferrari Icona (Daytona SP3) e F80 da 3,1 milioni di dollari. Cifre sulle quali il 10% extra varrebbe quanto l'acquisto di una prestigiosissima seconda supercar. Ferrari, il rispetto del cliente oltre il valore economico Al di l&agrave; della rilevanza economica per clienti molto facoltosi, Vigna sottolinea un dettaglio non secondario: il rispetto Ferrari verso il cliente. "Quando guardiamo al cliente, consideriamo che queste persone per comprare una Ferrari devono lavorare. Forse hanno il capitale per lavorare, ma in ogni caso hanno corso un rischio.&nbsp; Quindi dobbiamo rispettarli perch&eacute; per noi la cosa pi&ugrave; importante &egrave; il cliente. In Ferrari la cosa pi&ugrave; importante &egrave; il cliente. Dobbiamo assicurarci di trattarli nel modo giusto. Vedremo quando questi numeri saranno resi pubblici", ha aggiunto in merito ai dazi e le possibili misure adottate dalla Ferrari. Sul nuovo numero di Auto: Ferrari 12Cilindri e Maserati GT2, favolose emozioni       

Nessun rallentamento della domanda di Ferrari negli USA, con la prospettiva di dazi sulle auto europee importate. Il 10% extra peserebbe per svariate decine di migliaia di euro sul prezzo delle Ferrari alla base della gamma

Dazi USA sulle Ferrari, Vigna: seguiamo con attenzione, rispetteremo i clienti

        Una spider top performer coinvolgente e una supersportiva derivata dalle corse: due vetture di brand simbolo del miglior Made in Italy fanno sognare con il look e con il sound di un V12 da 830 cv e di un V6 da 640 cv. Le abbiamo provate entrambe, ecco come vanno. Ferrari 12Cilindri Spider, emozioni a cielo aperto Una Ferrari, nella visione popolare, &egrave; sempre stata immaginata come una berlinetta di colore rosso brillante su una filante carrozzeria coup&eacute;. Questa 12Cilindri Spider, invece, si presenta ben diversa: un sobrio color verde bottiglia opaco e soprattutto priva di tetto. O meglio, con un tettuccio in metallo apribile e ripiegabile elettricamente che in 14&rdquo; riesce a trasformarla da spider a coup&eacute; e viceversa. Ma anche se &egrave; lontana dai canoni delle Ferrari pi&ugrave; sportive, la nuova 12Cilindri Spider &egrave; senza dubbio bellissima. Una delle pi&ugrave; belle Ferrari in assoluto di questo secolo. L&rsquo;abbiamo guidata per le tortuose strade costiere del Portogallo. Anzi, pi&ugrave; che guidarla ce la siamo goduta. Perch&eacute; una Ferrari come questa Spider non si conduce semplicemente, la si apprezza e la si assapora a tetto aperto, col vento che lambisce i capelli. Di fatto &egrave; l&rsquo;unica Ferrari che sia lecito guidare anche a bassa velocit&agrave; col motore che sussurra a basso regime per apprezzarne il contatto con l&rsquo;aria aperta. Ma quando si pesta sul gas e si inserisce la mappatura &ldquo;Race&rdquo; il rombo cambia, invade l&rsquo;abitacolo con un sound fragoroso e la 12Cilindri torna ad essere una vera Ferrari.  La Spider &egrave; la versione a tetto aperto della 12Cilindri coup&eacute; lanciata qualche mese fa. Ha lo stesso muso lungo affusolatissimo e la fascia nera all&rsquo;estremit&agrave; del cofano che ricorda la mitica 365 Daytona del 1968; ma grazie all&rsquo;assenza del tetto e a quelle due &ldquo;gobbe&rdquo; prominenti dietro l&rsquo;abitacolo che profumano di retr&ograve; e fanno venire in mente le vetture sport Le Mans degli anni Cinquanta, assume una fisionomia diversa dalla coup&eacute;. Nel nome non c&rsquo;&egrave; un numero come tradizione del Cavallino. Si chiama semplicemente 12Cilindri, scritto cos&igrave; tutto attaccato, in segno di omaggio al pezzo forte di quest&rsquo;auto: il motore 12 cilindri a V di 6,5 litri che eroga 830 cavalli e 678 Nm di coppia. La potenza pi&agrave; alta mai toccata da un V12 su una Ferrari stradale... Ferrari raddoppia a Fiorano, due piste. Il Comune conferma Maserati MC20 GT2, il gusto della performance Come la sorella da corsa &egrave; nata per il campionato GT2, una serie per scuderie private e indirizzata ai gentleman driver, cos&igrave; la versione Stradale &egrave; stata pensata per fare divertire, in sicurezza, in pista anche i piloti meno scafati. Realizzando comunque una supersportiva che ai driver che sanno fare la differenza d&agrave; tutti gli strumenti per esprimersi. Questa &egrave; in sintesi la GT2 Stradale, derivata dall&rsquo;auto che ha vinto il campionato europeo GT2 nella classe AM e tra i team. La parentela nel frontale appare subito stretta: &egrave; rimasto davvero simile alla sorella da corsa. Sono state tolte solo le appendici pi&ugrave; prominenti, perch&eacute;, per ragioni di sicurezza, non avrebbero mai consentito l&rsquo;omologazione per l&rsquo;uso su strada. Anche l&rsquo;ala posteriore &egrave; stata ridimensionata ed &egrave; regolabile su tre posizioni. In basso troviamo un diffusore che aumenta l&rsquo;effetto di estrazione dell&rsquo;aria che scorre sotto al fondo piatto della scocca. Il risultato &egrave; un valore di downforce, lo schiacciamento della vettura al suolo, pari a 500 kg a 280 km/h, la MC20 si ferma a 145 kg. Questo maggior carico ha portato all&rsquo;impiego di molle degli ammortizzatori pi&ugrave; dure e leggermente pi&ugrave; alte, cos&igrave; che la vettura non diventasse troppo bassa alle alte velocit&agrave;. Un altro importante intervento per migliorare la fluidodinamica &egrave; stato l&rsquo;adozione di un cofano con sfoghi dell&rsquo;aria. &Egrave; stato sacrificato il piccolo secondo bagagliaio anteriore della MC20 per creare una canalizzazione dell&rsquo;aria per il radiatore principale, aria che viene poi indirizzata verso il parabrezza. Sui passaruota, come nelle auto da corsa, sono stati applicati sfoghi dell&rsquo;aria per ridurre la pressione interna e fare uscire l&rsquo;aria del raffreddamento dei freni catturata dalle generose bocche nel muso. Il risultato &egrave; un miglioramento del raffreddamento dei freni in pista del 40%. Abbiamo poi prese d&rsquo;aria maggiorate sopra i passaruota posteriori che, grazie alla maggiore portata d&rsquo;aria assicurata all&rsquo;aspirazione del motore e all&rsquo;intercooler determinano un miglioramento delle performance del 6%... Leggi il servizio completo sulla Ferrari 12 Cilindri Spider e sulla Maserati MC20 GT2 Stradale sul nuovo numero di Auto in edicola dal 14 marzo, oppure clicca qui per abbonarti all'edizione digitale con un super sconto in occasione dei 40 anni del magazine.       

Questo mese ci siamo messi alla guida di due vetture da sogno di due Marchi italiani al top: la Ferrari 12Cilindri Spider e la Maserati MC20 GT2 Stradale

Sul nuovo numero di Auto: Ferrari 12Cilindri e Maserati GT2, favolose emozioni

Il terribile incendio che ha colpito a fine gennaio Los Angeles, e le zone limitrofe nel sud della California, ha devastato non solo case e alberi, ma anche le strade cittadine. Sono oltre 90mila che persone che sono scappate per sfuggiure alla furia del fuoco, lasciando tutti i propri averi, auto comprese. Quello che &egrave; rimasto &egrave; un&nbsp; silenzioso e lugubro camposanto di supercar, alcune solo coperte dalla fuliggine e altre proprio ormai ridotte a rottami. Ecco le foto che tesimonano la gravit&agrave; della situazione (@Instagram)

Ferrari e Porsche abbandonate in California: c'è un vero e proprio cimitero di supercar

Keith Richards &egrave;, senza dubbio, una delle figure pi&ugrave; iconiche della musica rock. Nato il 18 dicembre 1943 a Dartford, nel Kent, &egrave; cresciuto con una forte passione per la musica, influenzato da artisti blues e rock&rsquo;n&rsquo;roll. Insieme a Mick Jagger, Brian Jones e gli altri membri della band, ha fondato i Rolling Stones, gruppo che ha rivoluzionato la scena musicale dagli anni &rsquo;60 fino a oggi. La sua carriera &egrave; stata segnata da successi straordinari, eccessi, scandali e un&rsquo;incredibile resistenza agli anni e alle esperienze vissute con uno stile di vita che avrebbe probabilmente distrutto chiunque altro. Oltre alla musica, Richards ha sempre coltivato un altro amore: quello per le automobili. La sua passione per le vetture di lusso e sportive &egrave; legata al bisogno di libert&agrave;, velocit&agrave; e avventura. Richards ha posseduto alcune delle auto pi&ugrave; affascinanti della storia dell&rsquo;automobilismo, spesso usandole come rifugio dalle pressioni della fama e dalle turbolenze della sua esistenza. Ecco le vetture pi&ugrave; celebri che hanno accompagnato la vita e la carriera della leggenda dei Rolling Stones.  Bentley Continental S3 &quot;Blue Lena&quot;    Tra tutte le auto appartenute a Keith Richards, la Bentley Continental S3 Flying Spur, meglio conosciuta come Blue Lena, &egrave; quella pi&ugrave; legata agli eccessi e alle avventure leggendarie del chitarrista dei Rolling Stones. Questa berlina di lusso, costruita in soli 68 esemplari dalla storica casa britannica a met&agrave; degli anni &rsquo;60, rappresentava l&rsquo;apice dell&rsquo;eleganza e della raffinatezza automobilistica inglese, un&rsquo;auto destinata all&rsquo;aristocrazia e agli uomini d&rsquo;affari. Eppure, nelle mani di Richards divenne qualcosa di completamente diverso: il simbolo perfetto dello spirito ribelle del rock&rsquo;n&rsquo;roll. Il musicista acquist&ograve; la vetturanel 1965, quando la sua carriera con i Rolling Stones era in piena ascesa. La scelta fu vista come un affronto alle rigide convenzioni della classe dirigente inglese, tanto che il Times defin&igrave; l&rsquo;acquisto come &ldquo;un pugno in faccia all&rsquo;establishment&rdquo;. Un&rsquo;auto destinata a reali e nobili passava nelle mani di una rockstar e diventava testimone di alcuni degli episodi pi&ugrave; eccessivi e iconici della storia del rock. Richards battezz&ograve; la vettura &quot;Blue Lena&quot; in onore della cantante jazz Lena Horne, una delle ispirazioni musicali della band. Ma non era solo un&rsquo;auto di rappresentanza: la Bentley divenne il mezzo con cui Keith e la sua cerchia pi&ugrave; stretta si muovevano per raggiungere concerti, studi di registrazione e soprattutto per viaggi &quot;di piacere&quot;. Uno dei pi&ugrave; famosi fu quello in Marocco nel 1967, una fuga &quot;spirituale&quot; con Anita Pallenberg e Brian Jones alla ricerca di droghe legali, culminata con l&rsquo;arresto per possesso di stupefacenti.  L&#39;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Un nascondiglio segreto per la droga  Consapevole dei frequenti controlli della polizia e delle continue scorribande con carichi di sostanze proibite, Richards volle che la sua Blue Lena fosse dotata di un vano segreto, nascosto dietro il cassetto portaoggetti sulla plancia in radica. Un compartimento discreto e raffinato, perfettamente in linea con l&rsquo;estetica della Bentley, ma progettato per trasportare hashish e altre sostanze psicoattive senza destare sospetti.  L&rsquo;incidente del 1976  Keith Richards non ha mai nascosto la sua passione per la velocit&agrave; e per la guida spericolata. &ldquo;Sono un buon pilota&rdquo;, scrisse nella sua autobiografia Life, poco prima di raccontare il tragico episodio del 1976 che vide la sua Bentley protagonista di un grave incidente. Di ritorno da un concerto a Stafford, in Inghilterra, Richards si mise alla guida con il figlio Marlon di sette anni sul sedile posteriore e il compagno di band Ron Wood al suo fianco. A un certo punto, sopraffatto dalla stanchezza (e, con ogni probabilit&agrave;, da qualche sostanza in circolo nel suo corpo), il chitarrista si addorment&ograve; al volante. L&rsquo;auto attravers&ograve; la carreggiata opposta e fin&igrave; contro un albero, provocando un incidente che, per fortuna, non ebbe conseguenze fatali. Tuttavia, Richards venne arrestato per possesso di stupefacenti, aggiungendo un&rsquo;altra pagina memorabile alla sua leggendaria fedina penale. Dopo l&rsquo;incidente, la Blue Lena venne ricoverata in un garage di Londra in attesa di riparazione, ma quello che accadde successivamente &egrave; degno di un romanzo. Tony Sanchez, noto come Spanish Tony, il fidato pusher di Richards (nonch&eacute; autore di una biografia non autorizzata dei Rolling Stones, Up &amp; Down with the Rolling Stones), decise di sostituire di nascosto la Bentley incidentata con un altro esemplare identico, che Richards scopr&igrave; solo anni dopo. Quando si rese conto del raggiro, il chitarrista and&ograve; su tutte le furie, ma ormai era troppo tardi: Spanish Tony era gi&agrave; morto e non c&rsquo;era pi&ugrave; nulla da fare.  L&rsquo;asta record e la nuova Blue Lena    Dopo essere passata tra diversi proprietari e aver subito un accurato restauro, nel 2015 la Blue Lena originale venne messa all&rsquo;asta e venduta per la cifra record di 763.000 sterline (circa 900mila euro). Nonostante il suo profondo legame con la vettura, Keith Richards non partecip&ograve; all&rsquo;asta, preferendo rimanere legato alla sua &quot;seconda&quot; Blue Lena, ovvero l&rsquo;esemplare che gli fu consegnato dopo l&rsquo;incidente e che oggi rappresenta un pezzo fondamentale della sua collezione.  L&#39;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Ferrari Dino 246 GT    Nel 1972, durante il Rolling Stones American Tour, Keith Richards si innamor&ograve; della Ferrari Dino 246 GT, una delle pi&ugrave; eleganti e agili sportive italiane dell&rsquo;epoca. Questa vettura, caratterizzata da un design mozzafiato firmato Pininfarina, era equipaggiata con un motore V6 da 2.4 litri, capace di erogare 195 cv e di raggiungere una velocit&agrave; massima di 240 km/h. Richards, conquistato dal carattere sportivo della Dino, decise di farla trasportare in Europa per poterla utilizzare anche nelle sue trasferte. La Ferrari divenne la sua auto principale per oltre 14 anni, con oltre 25.000 km percorsi, spesso usandola per recarsi ai concerti mentre gli altri membri della band preferivano viaggiare in aereo. Nel 1986, Richards decise di venderla a un collezionista giapponese, ma la Ferrari Dino ha continuato a cambiare proprietario. Nel 2014 fu acquistata da Liam Howlett dei Prodigy, che a sua volta la mise all&rsquo;asta nel 2018, quando fu venduta da Bonhams per quasi mezzo milione di euro.  L&#39;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Ferrari 400i    La passione di Keith Richards per Ferrari non si ferm&ograve; alla Dino. Nel 1983, Alan Dunn, il tour manager dei Rolling Stones, acquist&ograve; direttamente dalla fabbrica di Maranello otto Ferrari, tre delle quali erano Ferrari 400i, destinate al bassista Bill Wyman, al frontman Mick Jagger e, ovviamente, a Keith Richards. La Ferrari 400i era una vera granturismo, dotata di un potente V12 aspirato anteriore da 4,8 litri, capace di sviluppare 315 cv e di offrire prestazioni straordinarie, con una velocit&agrave; massima di 240 km/h. Richards chiese espressamente un cambio automatico a cinque marce, una rarit&agrave; per il modello, che di serie era disponibile solo con un automatico a tre rapporti o con un manuale. Keith us&ograve; la Ferrari 400i principalmente a Parigi, durante le registrazioni dell&rsquo;album Dirty Work, e successivamente la port&ograve; a Londra, dove rimase quasi inutilizzata per decenni. L&rsquo;auto venne poi venduta all&rsquo;asta nel 2018, con soli 3.000 km percorsi, per circa 345.000 euro.  L&#39;articolo continua nella prossima scheda  &nbsp;  Pontiac Chieftain &ldquo;Silver Streak&rdquo;    Nel 1971, quando i Rolling Stones si trasferirono nel sud della Francia per evitare le tasse britanniche, Richards acquist&ograve; una Pontiac Chieftain Silver Streak, una berlina americana dallo stile inconfondibile, caratterizzata dalle iconiche strisce cromate sul frontale (nomen omen...). Durante la sua permanenza nella villa Nellc&ocirc;te a Villefranche-sur-Mer, dove la band registr&ograve; il leggendario album Exile on Main St., questa Pontiac divenne l&rsquo;auto personale di Richards, usata per gli spostamenti lungo la Costa Azzurra. Con il suo motore V8 da 5,2 litri e la trasmissione automatica, la Chieftain offriva un mix perfetto tra comfort e potenza, ideale per il chitarrista. Nel 1975, Richards decise di trasferire l&rsquo;auto in Inghilterra, dove la tenne fino al 1985, quando la vendette a un collezionista privato. Nel 2012, la Pontiac fu messa all&rsquo;asta da Bonhams, raggiungendo una cifra superiore ai 42.000 euro. 

Il chitarrista di una delle band pi&ugrave; famose della storia fu anche possessore di diverse auto di lusso e sportive, tra cui Ferrari e Bentley

Le auto di Keith Richards, leggenda dei Rolling Stones

Conferme e novit&agrave; a Fiorano per la nuova pista test track di Ferrari. La struttura sar&agrave; adiacente famoso tracciato e sar&agrave; dedicatoaai modelli stradali del Cavallino Rampante. Sorger&agrave; accanto a quella storica, in via del Sagrato. L&#39;area si estender&agrave; su 120.000 metri quadrati.  Il consiglio comunale di Fiorano ha discusso la novit&agrave;. Il gruppo consiliare&nbsp;  Grazie all&#39;impegno del sindaco Marco Biagini, l&#39;intervento di Ferrari generer&agrave; benefici. Questi benefici saranno destinati alla riqualificazione urbana. Si prevede il recupero di due parchi cementificati in aree verdi.  Ferrari, investimenti e sviluppo  Dopo l&#39;e-building, continua lo sviluppo con un secondo tracciato. Questo sar&agrave; dedicato alle auto stradali.  Il nome previsto &egrave; Test Track e sar&agrave; lunga circa 2 chilometri. L&#39;impianto sar&agrave; dotato di barriere per impedire la vista dall&#39;esterno.    Sar&agrave; utilizzata per verificare le vetture prima della consegna. In questo modo si limiteranno i collaudi su strade pubbliche. Si implementer&agrave; anche il programma di sviluppo dei prototipi.  La societ&agrave; Dromo &egrave; stata incaricata del progetto. Il Test Track includer&agrave; una curva sopraelevata e un rettilineo di almeno 500 metri. Sar&agrave; possibile collegare il nuovo tracciato con il circuito originale di Fiorano.  Benefici per la comunit&agrave; di Fiorano  L&#39;iniziativa porter&agrave; alla rigenerazione urbana di Fiorano. Due parchi cementificati saranno trasformati in aree verdi.&nbsp;  Potrebbe interessarti: Ferrari Supercars, mostra epica a Maranello, dalla GTO alla F80&nbsp; 

Test track per auto stradali. Benefici per la comunit&agrave; includono parchi pubblici rinnovati

Ferrari raddoppia a Fiorano, due piste. Il Comune conferma

Roma Caput Mundi dell&#39;automobile da collezione, grazie all&#39;Anantara Concorso Roma, che si terr&agrave; tra il 24 e il 27 aprile prossimi. La storia e le meraviglie della Citt&agrave; Eterna, l&#39;esclusivit&agrave; dell&#39;Anantara Palazzo Naiadi, faranno da sfondo a una kermesse che avr&agrave; come protagoniste unicamente auto italiane.  Le iscrizioni all&#39;Anantara Concorso Roma sono aperte e, tra le primissime presenze confermate, ci sar&agrave; una Ferrari 275 P del 1963, a rappresentare uno dei simboli dell&#39;automobile da corsa che ha scritto la storia con i due successi alla 24 Ore di Le Mans.    L&#39;evento organizzato da Anantara Hotels &amp; Resort, sponsorizzato da UBS, riunir&agrave; il meglio della produzione automobilistica italiana, i modelli pi&ugrave; rari, i prototipi unici e le icone della Dolce Vita, che ritroveranno in Roma un ambiente &quot;familiare&quot;, ricordando gli anni Cinquanta e Sessanta. Ferrari, ovviamente, accompagnata da Alfa Romeo, Lamborghini, Maserati, Bugatti e Pagani: saranno alcune delle protagoniste dell&#39;evento.  La giuria&nbsp;  Anantara Concorso Roma&nbsp;traccer&agrave; la storia dell&#39;auto sportiva e da corsa italiana: dalle automobili pionieristiche alle auto del periodo anteguerra e del dopoguerra. Proseguendo con i modelli GT degli&nbsp; anni &#39;50 e &#39;60, fino alle prime supercar e alle moderne hypercar.&nbsp;  Le auto saranno raggruppate per classe e ogni classe sar&agrave; giudicata da un team di specialisti del marchio in base all&#39;autenticit&agrave; e all&#39;eleganza. La giuria internazionale, riunita dal grande capo del concours e giudice capo dott. Adolfo Orsi Jr., comprende il giudice onorario Lorenzo Ramaciotti, Massimo Delb&ograve;, Francois Melcion, Stefano Pasini, Laura Kukuk, Donald Osborne e Johanne Marshall. 

Modelli iconici in una cornice unica saranno protagonisti dal 24 al 27 aprile, tra Ferrari, Maserati, Pagani e molti altri marchi che hanno scritto la storia dell&#39;auto italiana

Concorso Anantara, Roma ospita il meglio dell&#39;italianit&agrave; e dell&#39;eleganza

        Cambio di date, il Motor Valley Fest 2025 aprir&agrave; i battenti a Modena dal 5 all'8 giugno, con ingresso gratuito. Questa manifestazione celebra l'Emilia-Romagna, vero cuore pulsante dell'industria motoristica. La scelta delle date mira ad accogliere un maggior numero di visitatori, migliorando l'esperienza complessiva. L'edizione 2025 si concentrer&agrave; sull'Industria automotive 5.0, analizzando le trasformazioni del settore, con un focus sull'Intelligenza Artificiale. Si valuter&agrave; come l'innovazione e le nuove tecnologie possano migliorare la qualit&agrave; della vita e la sostenibilit&agrave;. Il festival esplorer&agrave; come la sinergia tra persone e tecnologia possa spingere l'industria automobilistica verso nuovi orizzonti. L'evento inizier&agrave; il 5 giugno con un convegno al Cinema Teatro Arena di Modena. In programma, discussioni, tavole rotonde e incontri B2B, con 14 tavoli di lavoro sui temi chiave del settore. Si parler&agrave; di guida autonoma, futuro della filiera italiana, finanza, open innovation e nuovi talenti. Ampio spazio sar&agrave; dedicato a intelligenza artificiale, sostenibilit&agrave;, ESG, nuovi materiali e connettivit&agrave;. Un focus sull'innovazione nell'E-racing, design e storia dei marchi. Durante il Motor Valley Fest si terranno i Talent Talk I responsabili aziendali condivideranno opportunit&agrave; professionali e percorsi di istruzione. Saranno esposti modelli unici di auto e moto, simboli di eccellenza e innovazione, con mostre e sfilate. L'evento &egrave; pensato per appassionati e addetti ai lavori.  Regione Emilia-Romagna, APT Servizi Emilia-Romagna e Comune di Modena sono i principali sostenitori, insieme all'Associazione Motor Valley Development e MUNER. L'iniziativa ha il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di Unioncamere Emilia-Romagna. Anche Camera di Commercio di Modena e Fondazione di Modena supportano l'iniziativa, in collaborazione con ACI, Anfia, UNRAE, Autopromotec e Bologna Fiere &ndash; Motor Show.&nbsp; Potrebbe interessarti: Ferrari 12Cilindri Spider, 830 cv a cielo aperto&nbsp;&nbsp;       

A Modena l'evento, con ingresso gratuito, si svolger&agrave; dal 5 all'8 giugno

Motor Valley Fest, nuove date per l'edizione del 2025

Sempre in pista. Skoda Octavia, la giardinetta pi&ugrave; venduta in Italia nel 2024, allarga la famiglia con la versione a trazione integrale a controllo elettronico, disponibile sia berlina che Wagon.  La versione 4&times;4 monta un motore 2.0 TSI da 204 cavalli, con cambio DSG a sette rapporti, negli allestimenti Selection, Executive, Style e Sportline. I prezzi partono da 37.800 euro.  Il successo di Skoda Octavia &egrave; dovuto anche alla vasta gamma di motorizzazioni, pensate per ogni esigenza. La gamma 2025 si fa ancora pi&ugrave; interessante con l&#39;aggiunta della trazione integrale Questo sistema aumenta la sicurezza su strade scivolose e rende la guida pi&ugrave; divertente.  Il nuovo motore 2.0 TSI ha una potenza di 150 kW (204 CV), 10 kW (14 CV) in pi&ugrave; rispetto a prima. Eroga una coppia massima di 320 Nm e lavora insieme alla trazione integrale di serie, con cambio automatico DSG a sette rapporti. L&#39;iniezione diretta ad alta pressione (350 bar) e il sistema di alzata variabile delle valvole migliorano le performance.    Trazione integrale e sicurezza  La trazione integrale di Octavia funziona grazie a una frizione multidisco a comando elettroidraulico, con sensori che tengono d&#39;occhio le condizioni di guida. La centralina &quot;decide&quot; come distribuire la potenza, arrivando a mandare anche il 100% della coppia all&#39;asse posteriore quando serve.  Se tutte le ruote hanno una buona presa sulla strada, la frizione divide la coppia fino a un massimo di 50:50 tra davanti e dietro. I sistemi elettronici EDS e XDS danno una mano per ottimizzare ancora di pi&ugrave; il trasferimento di coppia.  L&rsquo;assale posteriore multi-link &egrave; progettato per un controllo preciso delle ruote, migliorando la guida, la sicurezza e il comfort. La trazione integrale fa aumentare anche la capacit&agrave; di traino, che arriva fino a 1.900 kg con rimorchio frenato.    Skoda Octavia 4&times;4 berlina e Wagon si pu&ograve; scegliere negli allestimenti Selection, Executive, Style e Sportline. Per personalizzare gli interni, ci sono diverse Design Selection che cambiano materiali, colori e finiture. La versione Sportline ha un look pi&ugrave; grintoso, con sedili, volante e pedaliera sportivi.  Il motore 2.0 TSI 4x4 da 150 kW (204 CV) si pu&ograve; gi&agrave; ordinare, con prezzi a partire da 37.800 euro per la berlina e 38.850 euro per la Wagon.  Oltre a essere grintoso, questo quattro cilindri non consuma troppo, grazie a un sistema che regola la fasatura delle valvole quando il motore non &egrave; sotto sforzo. In questo modo, si abbassa il rapporto di compressione e si risparmia carburante.    Prestazioni&nbsp;  Skoda Octavia 4&times;4 berlina accelera da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi, mentre la Wagon ci mette 6,7 secondi. La velocit&agrave; massima &egrave; di 228 km/h per entrambe. Nel ciclo WLTP, la berlina 2.0 TSI 4x4 ha consumi di 6,7/7,0 litri ogni 100 km, mentre la Wagon consuma 6,8/7,2 lt/100 km.  Potrebbe interessarti: Ferrari 12Cilindri Spider, 830 cv a cielo aperto&nbsp; 

Offre prestazioni elevate e sicurezza grazie alla trazione integrale

Skoda Octavia non molla mai, la wagon numero 1 &egrave; anche 4x4

Alfa Romeo &egrave; stata tre ultime a proprre un &quot;vero&quot; Suv, ma al di l&agrave; degli entusiasmi e dei facili proclami ha compensato il ritardo offrendo un modello davvero unico per le caratteristiche di guida e dinamica. Il merito va alla piattaforma Giorgio, la stessa sulla quale &egrave; stata sviluppata la Giulia da cui ha ereditato stile e una telaistica raffinata. Motore longitudinale, proporzioni atletiche che per&ograve; non compromettono abitabilit&agrave; e praticit&agrave;, hanno permesso a questo modello di ricoprire il doppio ruolo di Suv e di vettura familiare, rimpiazzando la versione wagon della Giulia che non &egrave; mai stata messa in cantiere.  Alfa Romeo, tutti gli annunci dell&#39;usato  Alfa Romeo Stelvio, le caratteristiche  Con una lunghezza di 4,68 metri, pochi cm pi&ugrave; della berlina da cui ha ripreso il passo di 2,82 metri, Stelvio &egrave; stato progettato per sfidare i modelli di taglia media, quelli premium e no, cosa che ha iniziato a fare nel 2017 offrendo quasi la stessa gamma di motori a quattro cilindri a benzina e turbodiesel e quasi con gli stessi risultati. Le differenze a listino si sono concentrate nella parte bassa della gamma, in particolare di quella a gasolio, composta sempre da varianti del 2.2 Multijet in alluminio e con turbina VGT elettroattuata, ma senza quella di partenza da 136 cv. L&#39;offerta si &egrave; dunque articolata sulle varianti 150, 180 e 210 cv (tutte con coppia di 450 Nm), la prima unicamente a trazione posteriore, l&rsquo;ultima esclusivamente con l&#39;integrale Q4 e la seconda con entrambe le opzioni. Nessuna incertezza, invece, sul cambio, automatico a otto rapporti per tutta la gamma (la Giulia avrebbe detto addio al manuale soltanto qualche anno dopo), inclusi i benzina 2.0 Turbo da 200 e 280 cv, anche questi rigorosamente a trazione integrale. Per il 2018, le potenze dei primi due Diesel sono state ritoccate a 160 e 190 cv, ma senza altri cambiamenti rilevanti.    Il restyling  Come accennato, Stelvio si &egrave; messo in luce per le qualit&agrave; dinamiche: peso contenuto ma soprattutto ben distribuito e la stessa guida precisa e agile della berlina, una spanna sopra i pi&ugrave; blasonati Suv sportivi che spesso risolvevano a suon di cv ed elettronica e &ldquo;touch&rdquo; e sicurezza, colmando buona parte dei gap della prima ora e allineando anche gli ADAS, i sistemi di assistenza attiva alla guida, ai livelli del mercato di riferimento con novit&agrave; come il volante sensibile al tocco e il sistema di mantenimento corsia. Nulla da fare, invece, per i fari a Led, ancora assenti, che arriveranno soltanto per il 2023 con il secondo restyling. I motori non sono cambiati, salvo per l&rsquo;arrivo, in Italia, di una variante benzina da 250 cv, introdotta come alternativa soprattutto a quella da 280 cv per restare sotto i limiti del superbollo, ma che non ha trovato estimatori. Negli ultimi due anni, il mercato si &egrave; un po&#39; diradato, privilegiando sempre i motori Diesel ma con una presenza ridotta delle versioni meno potenti, curiosamente.&nbsp;  La versione Quadrifoglio  Discorso a parte per la versione Quadrifoglio, spinta dal possente V6 da 2,9 litri e 510 cv sviluppato con la partecipazione di Ferrari. Come per Giulia, questa variante ha conquistato da subito un posto di riguardo nella nicchia delle alte prestazioni, valorizzando ulteriormente le gi&agrave;&nbsp;ottime doti di entrambi i modelli al punto da essere offerto, sulla Giulia, con la sola trazione posteriore. Per Stelvio, che invece non ha rinunciato alle quattro ruote motrici, anche questa versione come le altre benzina non &egrave; rara: ci sono esemplari che vanno dal 2018 al 2022, che tuttavia, anche qui spesso hanno pochi km. I pi&ugrave;&nbsp;&ldquo;vecchi&rdquo; mantengono quotazioni medie vicine ai 60.000 euro a fronte di un prezzo di listino originario intorno ai 100.000, cosa che li rende piuttosto appetitosi per chi cerca un Suv dalla guida davvero gratificante    Le scelte alternative  Audi Q5      Elegante e high-tech, offre anche motori ibridi e le versioni top SQ5 sono sia a benzina che a gasolio. Da 23.900 a 95.200 euro.      BMW X4      Variante &ldquo;coup&egrave;&rdquo; di X3, ha gi&agrave; raggiunto la maturit&agrave; e l&rsquo;equilibrio ideali con questa seconda serie. Da 39.900 a 100.000 euro       Jaguar F-Pace (2014)      Non il pi&ugrave;&nbsp;diffuso, ma raffinato e prestante. Tra gli esemplari pi&ugrave;&nbsp;recenti ci sono anche ibridi plug-in. Da 15.800 a 104.900 euro       Porsche Macan (2014)      La prossima generazione sar&agrave;&nbsp;soltanto elettrica, questa invece fino al 2019 ha offerto anche un Diesel. Da 31.500 a 128.000 euro        Articolo pubblicato su Auto 3/2023 

Mosca bianca tra i modelli a ruote alte, il rpimo sport utilty del Biscione ha cambiato le regole in fatti di prestazione e diamica. L&#39;offerta abbonda in tutte le varianti

Alfa Romeo Stelvio usata, un Suv fuori dal coro

        La fortuna ha volte &egrave; davvero beffarda. Gi&agrave; non capita spesso di vincere un primo premio della lotteria, figuriamoci poi se il regalo &egrave; una Ferrari 488 estrema e fiammante.&nbsp;Eppure c'&egrave; chi ha avuto la forza e il coraggio di voltare le spalle alla Dea Bendata e di restituire una supercar di Maranello. Follia? No, solo tanta ragionevolezza. Gatis Ruiga &egrave; il tassista che ha participato a una lotteria online comprando un biglietto da appena 24 centesimi di euro nella sua cittadina a Guernsey, una delle Isole del Canale della Manica, territori annessi alla Gran Bretagna. Un sogno divenuto realt&agrave; ma durato davvero poco... Ritira una nuovissima Ferrari 488 GTB e si schianta dopo appena tre chilometri Perch&eacute; ha restituito la Ferrari Non si aspettava certo di vincere la Ferrari 488, Gatis quando ha partecipato per divertimento alla lotteria per aggiudicarsi la 488 usata, con un costo di circa 175mila euro.&nbsp;Quando finalmente ha realizzato che il fortunato vincitore, ha raccontato di aver urlato per l'emozione: "Non ho parole. Il mio cervello ha smesso di funzionare". Dopo averci pensato per&ograve; il giovane tassista ha preso una decisione davvero faticosa: rinunciare al bolide di Maranello e incassare il corrispettivo del premio in denaro, di poco inferiore al valore della Ferrari 488. Il motivo? Estinguere il mutuo intestato per aver comprato la sua casa e avviare una propria compagnia di taxi. Una decisione nobile, che non tutti sarebbero riusciti a prendere. Un gioiellino da far girare la testa Erede della Ferrari 458, la Ferrari 488 &egrave; la prima Rossa stradale della storia dotata di motore V8 posteriore-centrale. Deve il suo nome al valore della cilindrata di ogni singolo cilindro, infatti dividendo i 3.902 cm&sup3; di cilindrata totale per gli 8 cilindri si ottiene, arrotondando, la cilindrata unitaria di 488 cm&sup3; (per la precisione sarebbero 487,75 cm&sup3;). Il motore &egrave; in grado di erogare una potenza massima di 670 CV a 8.000 giri/minuto e una coppia massima di 760 Nm a 3.000 giri/minuto in 7a marcia. Lo scatto da 0-100 km/h viene bruciato in soli 3 secondi, con una velocit&agrave; massima di 330 km/h. Il prezzo? Da listino supera i 300mila euro. Una cifra da capogiro che si alza ovviamente se poi si aggiunge il fatto che alcuni optional sono a pagamento, come ad esempio la possibilit&agrave; di avere CarPlay o Android Auto sulla propria radio.&nbsp; Abbonati ad Auto e vinci una Fiat 600 Hybrid!         

Un tassista &egrave; riuscito a coronare il sogno di una vita: avere una Rossa fiammante. Eppure ha dovuto liberarsene perch&eacute;...

Vince una Ferrari da 300mila euro ma poi la dà via: il motivo spiazza tutti

        Morgan si prepara a svelare la nuova Supersport durante un evento dal vivo l'11 marzo. La presentazione si terr&agrave; negli stabilimenti di Pickersleigh Road a Malvern, sede della Casa inglese dal 1914. Richard Hammond, giornalista e conduttore televisivo, presenter&agrave; l'evento in diretta streaming. Unicit&agrave; stilistica La Morgan ha diffuso alcune immagini del prototipo camuffato. Si intravedono le linee classiche del marchio, con un'estetica moderna e proporzioni aerodinamiche. Il lungo cofano termina nella griglia a ferro di cavallo rovesciato, e i tre tergicristalli sul parabrezza restano elementi distintivi.  Piattaforma all'avanguardia La Supersport utilizzer&agrave; la nuova piattaforma in alluminio CXV, pi&ugrave; leggera e rigida. Sar&agrave; abbinata a un motore 6 cilindri turbobenzina di origine BMW. La Morgan promette novit&agrave; tecniche e miglioramenti per dinamica, prestazioni e piacere di guida. L'evento sar&agrave; trasmesso in diretta sul sito web di Morgan, sul canale YouTube e sui social media. Un evento simultaneo si terr&agrave; presso il Louwman Museum nei Paesi Bassi. La Supersport rappresenta l'evoluzione dell'impegno di Morgan verso prestazioni leggere e focalizzate sul pilota.  Evoluzione continua Questo modello non sostituir&agrave; immediatamente l'attuale Plus Six, che si avvia alla fine della sua carriera con la serie limitata Pinnacle. La nuova CXV, unita al motore turbo BMW a sei cilindri, include nuove caratteristiche tecniche e ingegneristiche. Tutto ci&ograve; contribuisce a una dinamica e un piacere di guida superiori. Potrebbe interessarti: Ferrari, 12Cilindri Spider rinnova una storia di GT scoperte con il V12&nbsp;       

Design classico e motore BMW per un'esperienza unica. Presentazione in programma il prossimo 11 marzo

Morgan Supersport, nuovo nome e fascino senza tempo

Il Museo Enzo Ferrari di Modena ha inaugurato la nuova rassegna &quot;Supercars&quot; , in concomitanza con il genetliaco di Enzo, offrendo un&#39;esperienza visiva di grande impatto.La manifestazione consente l&#39;accesso all&#39;Archivio Ferrari, solitamente interdetto al pubblico.  Un forziere dischiuso  L&#39;Archivio Ferrari, preservato dal 1947, serba le vestigia del passato. La digitalizzazione dei contenuti offre ai visitatori una panoramica sull&#39;evoluzione aziendale. L&#39;esposizione si concentra sulle Supercars, capisaldi nella storia di del Marchio.  Immersione nel mito  Il fulcro dell&#39;allestimento sono 5 Isole digitali interattive, una per ciascuna Supercar. I visitatori possono scoprire i particolari e le connessioni che hanno consentito lo sviluppo di queste vetture. All&#39;incirca 2000 elementi tra fotografie, filmati e documenti sono consultabili in forma digitale.  La visita si dimostra dinamica grazie a esperienze a tema e interattive per persone adulte e ragazzi. Un percorso nel tempo dagli anni &#39;80 fino ad oggi rende l&#39;esperienza avvincente.  Le Supercar Ferrari sono affiancate da esemplari preparatori e versioni EVO. Tra queste, la GTO (1984), granturismo derivata dalle competizioni. Un&#39;altra vettura presente &egrave; la F40 (1987), berlinetta con Dna da competizione.  La F50 (1995) incarna l&#39;unione tra una monoposto e una granturismo. La Enzo (2002) &egrave; un omaggio al Fondatore. LaFerrari (2013) &egrave; la prima stradale con propulsione ibrida Hy-Kers.  Archivio del domani  Culmine della mostra &egrave; la F80, la nuova Supercar presentata a ottobre 2024. Sar&agrave; esposta con una narrazione dinamica, illustrando il processo evolutivo che anticipa la concretizzazione di un modello. Gli elementi andranno a comporre l&#39;&laquo;archivio di domani&raquo;.  I Musei Ferrari hanno segnato un nuovo primato di presenze nel 2024, con pi&ugrave; di 850mila visitatori. La mostra &quot;Supercars&quot; sar&agrave; accessibile fino al 16 febbraio 2026.&nbsp; C&#39;&egrave; tempo, ma l&#39;occasione &egrave; da non perdere.  Potrebbe interessarti: Ferrari, 12Cilindri Spider rinnova una storia di GT scoperte con il V12&nbsp; 

Un archivio svela i segreti:&nbsp;la leggenda con documenti e video esclusivi

Ferrari Supercars, mostra epica a Maranello, dalla GTO alla F80

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Ferrari 12Cilindri Spider, le foto del test

Un muso lungo e prominente, un sobrio colore verde scuro che la rende elegantissima ma nello stesso tempo meno appariscente e poi l&rsquo;immancabile rombo del motore 12 cilindri. Anticipata sei mesi fa, arriva adesso sul mercato (per i pochi fortunati che potranno sborsare i 435mila euro del prezzo di listino) la Ferrari 12Cilindri Spider. Ovvero la versione aperta di quella berlinetta che &egrave; l&rsquo;erede di tutte le GT V12 del Cavallino.  Un po&#39; di storia  Sulle Granturismo a motore anteriore, prima ancora che sulle F1, la Ferrari ha costruito la propria immagine e la propria storia. Auto velocissime e di grande prestigio: comode abbastanza per divorare chilometri a gran velocit&agrave; su ogni genere di strada ma sportive quanto bastava per consentire ai piloti gentleman di prendere parte a qualche occasionale corsa. La pi&ugrave; famosa di tutte era la 250 GTO di inizio anni Sessanta, da cui sono nate poi tante pronipoti.  Negli anni Ottanta le Ferrari GT stradali hanno cominciato a montare il motore posteriormente, come sulla 512 BB e sulla Testarossa. Poi alla fine del secolo scorso la Ferrari &egrave; tornata al motore in posizione anteriore. Per quale motivo? Perch&eacute; il propulsore 12 cilindri, inserito nel vano anteriore, era pi&ugrave; pratico: permetteva di creare un abitacolo pi&ugrave; spazioso e confortevole per gli occupanti e un ampio vano di carico dietro i sedili. Questa scelta tecnica ha permesso alla Ferrari di trasformare la coup&eacute; V12 a motore anteriore da berlinetta in granturismo. Cio&egrave; un&rsquo;auto meno estrema e scomoda da guidare e pi&ugrave; orientata al turismo veloce, ai lunghi viaggi. Il lungo cofano necessario per alloggiare il V12 da quel momento ha dato una fisionomia precisa a tutte le Granturismo del Cavallino degli ultimi trent&rsquo;anni. Prima la 599 GTB, poi la 612 quindi la F12 e poi la 812 per arrivare infine a questa 12Cilindri dove &egrave; scomparsa ogni sigla. L&rsquo;auto si identifica semplicemente con la tipologia del motore: di per s&eacute; gi&agrave; pi&ugrave; che rappresentativo.    La Spider dei desideri  Quella che abbiamo provato sulle splendide strade costiere del Portogallo dove il mare verdastro assumeva la stessa tinta della 12Cilindri, &egrave; la versione a tetto aperto di quest&rsquo;auto. La pi&ugrave; ambita e desiderata per la sua polivalenza. E anche per il suo design originale. La Spider ha una linea diversa dalla coup&eacute; perch&eacute; possiede due grandi gobbe dietro l&rsquo;abitacolo necessarie per alloggiare i meccanismi del tetto in alluminio ripiegabile elettricamente che in 14 secondi fa diventare la Spider una coup&eacute; a tutti gli effetti. A tutti gli effetti sono due auto in una: perch&eacute; la spider consente il piacere di guidare col vento fra i capelli, godere del sole e del rombo del V12 a cielo aperto mentre, una volta richiuso il tetto, la 12Cilindri Spider diventa una coup&eacute; perfettamente isolata dalle intemperie e dai fruscii. Per questa sua poliedricit&agrave; costa pi&ugrave; della coup&eacute; (435mila euro contro 395mila) ed &egrave; anche la Ferrari aperta pi&ugrave; desiderata al mondo.  V12 da 830 cv    Il cuore pulsante della Spider &egrave; il formidabile motore V12 del Cavallino, ultima evoluzione del 12 cilindri a corsa corta (94x78 mm) di 6,5 litri che spinge le GT del Cavallino da anni a questa parte. Ma rispetto ai precedenti V12, questo ha subito profonde evoluzioni interne: bielle in titanio, albero motore alleggerito del 3%, distribuzione &ldquo;a dito&rdquo;, cammes con profili di alzata valvola pi&ugrave; performanti. Tutte modifiche che hanno permesso di innalzare il regine di rotazione del motore a 9.500 giri/minuto per raggiungere una potenza massima di 830 cavalli. La potenza pi&ugrave; alta in assoluto di un V12 Ferrari su una vettura stradale. E senza turbocompressore, senza motori elettrici n&eacute; altre amenit&agrave; extra. Soltanto un V12 aspirato duro e puro, come ai vecchi tempi.  Emozioni al volante    Sedendosi al posto guida, con il logo del cavallino rampante l&igrave; sul volante davanti a noi, si entra in un&rsquo;altra dimensione non appena accendiamo il motore. &Egrave; scomparso il classico tasto start sul volante sostituito da un pulsante a sfioramento che non d&agrave; lo stesso brivido nell&rsquo;azionarlo, ma il rombo rabbioso del V12 che si propaga da ogni parte ed entra nell&rsquo;abitacolo dal tetto aperto trasmette un&rsquo;emozione ancora pi&ugrave; grande. Eppure, quando si parte questa Ferrari d&agrave; una sensazione diversa: &egrave; l&rsquo;unica vettura del Cavallino con cui ci si pu&ograve; permettere anche di marciare a bassa velocit&agrave;. Per apprezzare l&rsquo;aria che soffia fra i capelli e il sole che fa capolino dallo spazio aperto sopra la testa.  Come si richiude il tetto    La 12Cilindri Spider &egrave; l&rsquo;unica Ferrari che ti porta a fare del vero turismo godendo il panorama e non soltanto ad accelerare furiosamente. I montanti del parabrezza sono molto inclinati e le gobbe posteriori avvolgono bene l&rsquo;abitacolo per cui, anche viaggiando a buona velocit&agrave; con tetto aperto, non si &egrave; investiti da un flusso d&rsquo;aria fastidioso ma si &egrave; appena lambiti da un piacevole soffio. Con un cappellino la protezione &egrave; totale. A velocit&agrave; da codice autostradale si pu&ograve; viaggiare aperti senza alcun fastidio e senza soffrire l&rsquo;acustica: si riesce ancora a parlare e udire discretamente bene la voce dl passeggero al vostro fianco. Oltre i 160 km/h invece diventa pi&ugrave; difficoltoso ma&nbsp; non impossibile. Comunque in qualsiasi momento, in appena 14 secondi e anche in movimento &ndash; basta non superare i 45 km orari &ndash; si pu&ograve; chiudere il tetto e isolarsi cos&igrave; dal traffico e dal rumore. Il fatto di riuscire ad azionare la chiusura anche in movimento &egrave; una praticit&agrave; ineguagliabile.  Quando si alza il ritmo  Siccome &egrave; pur sempre una Ferrari, basta schiacciare con un po&rsquo; di forza sul gas e la 12Cilindri torna a manifestare la propria vera anima velocistica. Rispetto alla 812 c&rsquo;&egrave; un nuovo cambio doppia frizione ora a 8 marce invece che sette, molto pi&ugrave; rapido e con rapporti ben spaziati per cui la progressione in accelerazione &egrave; violentissima. In meno di tre secondi ci si ritrova da fermi proiettati a 100 km/h e inserendo in successione le marce si toccano i 200 km/h in appena 8,2 secondi. Senza contare che tirando le marce fino alla linea rossa del contagiri (9500 giri/minuto) il rombo del V12 diventa un urlo pieno e fragoroso. Da vero orgasmo!  I progettisti hanno inserito per la prima volta nella 12Cilindri un particolare software di controllo dell&rsquo;erogazione della coppia (ATS, ovvero Aspirated Torque Shaping) che migliora la curva di coppia in terza e quarta marcia per rendere ancora pi&ugrave; piena l&rsquo;erogazione e trasmettere una sensazione di pienezza e risposta del motore anche senza turbocompressore.  La 12Cilindri Spider in fatto di prestazioni &egrave; qualche centesimo pi&ugrave; lenta della coup&eacute; &egrave; anche la velocit&agrave; massima risulta un pizzico inferiore (340 km/h) perch&eacute; l&rsquo;auto &egrave; 60 kg pi&ugrave; pesante (1620 kg complessivi) per via dei sofisticati meccanismi elettro-idraulici necessari ad azionare il tettuccio in alluminio. Ma sfidiamo chiunque ad accorgersi dell&rsquo;impercettibile differenza!  Il tetto invece, anche se si ripiega perfettamente, fa perdere qualche decimetro cubo nella volumetria del bagagliaio che &egrave; di appena 200 litri. Purtroppo, essendo una due posti secchi non c&rsquo;&egrave; alcun tipo di spazio extra nell&rsquo;abitacolo. Per&ograve; i sedili godono di decine di regolazioni elettriche possibili, sono ben avvolgenti pur restando comodi. Esiste anche l&rsquo;opzione dei sedili con guscio in carbonio, pi&ugrave; sportivi ma meno comodi: costano come un&rsquo;utilitaria e vista la tipologia di auto, conviene investire sul personalizzare gli interni: c&rsquo;&egrave; ogni genere di rivestimento, dall&rsquo;alcantara alla pelle, all&rsquo;alluminio al carbonio.  Tutta da guidare  Quando si smette di fare i turisti e si prova ad accelerare con pi&ugrave; forza, la Ferreri 12Cilindri appare godibilissima da guidare. Il motore,&nbsp; essendo un aspirato, non ha la brutalit&agrave; talvolta fastidiosa di un turbo. &Egrave; sempre pieno di coppia ad ogni regime ma eroga in modo progressivo e prevedibile, non cattivo. Per&ograve; sono pur sempre 830 cavalli ma l&rsquo;elettronica li imbriglia bene e permette di accelerare a fondo in piena sicurezza.&nbsp; Il manettino ha le solite solite funzioni (Wet, Sport, Race, Esc off e CT off) e le ultime due permettono di escludere i controlli ma si usano solo per fare gli spavaldi con qualche sgommata. La mappatura Race basta e avanza per divertirsi su strada in sicurezza.  Lil design &egrave; pulitissimo e non &egrave; &ldquo;sporcato&rdquo; da alettoni fissi a prima vista; ma dietro le gobbe, in coda, ci sono due ali a delta ai lati della carrozzeria che si aprono in velocit&agrave; oltre i 60 km/h per dare pi&ugrave; deportanza al retrotreno e tenere gi&ugrave; la macchina nei curvoni veloci. Il&nbsp; massimo carico che riescono a garantire &egrave; di 50 kg a 250 km/h.  Piuttosto quello che sorprende &egrave; l&rsquo;estrema maneggevolezza di un&rsquo;auto che appare lunghissima con i suoi 4,73 metri e quel cofano infinito. Invece ci si destreggia benissimo grazie alle ruote sterzanti posteriori. Tanto che la Ferrari ha pure accorciato il passo della 12Cilindri (2700 mm) rispetto alla 812 che era 20 mm pi&ugrave; lunga di interasse. In manovra la macchina, nonostante la propria mole, &egrave; agilissima perch&eacute; le ruote dietro girano in controfase mentre sul veloce stabilizzano l&rsquo;auto. Una tecnologia quella delle ruote sterzanti posteriori che la Ferrari aveva introdotto sulla F12 TDF ma che sulla 12Cilindri ha migliorato ulteriormente. Come? Rendendo le ruote sterzanti indipendenti tra loro. Ogni ruota dell&rsquo;asse posteriore infatti ha il proprio attuatore, quindi la centralina nelle curve medio-veloci pu&ograve; far sterzare di pi&ugrave; la ruota posteriore esterna (fino a 2,5 gradi) che &egrave; quella che garantisce la traiettoria in curva, mentre interna che non ha carico d&rsquo;appoggio, resta quasi diritta ed &egrave; cos&igrave; pi&ugrave; pronta, in un&rsquo;eventuale controcurva a ruotare dalla parte opposta. Cos&igrave; la 12Cilindri nei rapidi cambi di direzione sul veloce (pensate a una veloce esse destra-sinistra oppure ad un sorpasso con rientro repentino in corsia) &egrave; pi&ugrave; reattiva e sempre stabile e ben poggiata per terra. Una vera sicurezza! 

La spider del Cavallino sa emozionare come poche cose al mondo grazie al suo V12 dalla voce godibilissima per la guida con il vento tra i capelli

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